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mercoledì 22 ottobre 2025

Dosaggio melassa con pompa dosatrice

Per la melassa (che è un liquido viscoso, zuccherino e leggermente acido, con residui organici), la scelta del materiale della guarnizione è importante per evitare rigonfiamenti, incollaggi o degradazioni dovute alla natura zuccherina e ai sottoprodotti fermentativi.

Ecco il confronto:

🔹 EPDM (Etilene Propilene Diene Monomero)

  • Ottima resistenza ad acqua calda, vapore, acidi diluiti, basi e soluzioni acquose zuccherine.

  • Buona compatibilità con prodotti alimentari e soluzioni a base di zuccheri (come la melassa).

  • ⚠️ Non compatibile con oli, grassi e solventi idrocarburici.

  • 🔸 Temperatura d’uso tipica: –40 °C ÷ +120 °C.

🔹 FKM-B (Viton / Fluoroelastomero)

  • ✅ Eccellente con solventi, oli, idrocarburi e prodotti chimici aggressivi.

  • ⚠️ Non indicato per miscele zuccherine o soluzioni contenenti acidi organici e acqua in alta percentuale.

  • 🔸 Più costoso e meno flessibile.

Come si dimensiona una pompa dosatrice?

1) Grandezze da determinare prima di scegliere la pompa

  1. Portata del processo (Q_proc) — volume d’acqua/processo che riceve il dosaggio, in L/h (o m³/h).

  2. Dose richiesta (C_req) — concentrazione richiesta nel processo, espressa in mg/L, g/L, ppm o % v/v.

  3. Concentrazione della soluzione dosata (C_stock) — concentrazione del prodotto nella soluzione che la pompa eroga (mg/L o g/L).

  4. Pressione di esercizio / contropressione (P_system) — pressione presente sulla mandata (bar) o perdite e prevalenza necessaria (m H₂O).

  5. Condizioni di aspirazione — prevalenza di aspirazione, lunghezza tubi, eventuale aspirazione in sottobattente o in aspirazione (suction lift).

  6. Temperatura, viscosità, compatibilità chimica — materiali della pompa e guarnizioni.

  7. Precisione richiesta e turndown — es. ±1%, turndown ratio necessario (es. 1:100).

  8. Tipo di controllo richiesto — proporzionale, a impulsi, analogico 4–20 mA, manuale.

Accessori consigliati

  1. Valvola di contropressione sulla mandata (immediatamente dopo la pompa) per stabilizzare il dosaggio.

  2. Valvola di sicurezza / o valvola multifunzione con ritorno al serbatoio per proteggere da sovrapressioni.

  3. Valvola di non ritorno in mandata se necessario.

  4. Smorzatore di pulsazioni (specialmente per pompe a membrana) se il punto d’iniezione è sensibile.

  5. Filtro aspirazione + filtro per immissione chimico (maggiore protezione per particelle).

  6. Tubazioni e raccordi compatibili (PTFE, HDPE, PVDF a seconda del prodotto).

  7. Manometro a valle della pompa / sulla valvola multifunzione per verificare la pressione effettiva.

Note pratiche finali

  • Se la pompa verrà usata in sottobattente o con aspirazione lunga, considera una pompa con capacità di aspirazione adeguata (o una testa di aspirazione con pressurizzazione).

  • Verifica il turndown reale del costruttore (non solo quello teorico).

  • Prevedi un piccolo serbatoio intermedio o ritorno per evitare sovraccarichi in caso di chiusura accidentale del punto di dosaggio.

VALVOLA DI CONTROPRESSIONE, VALVOLA DI SICUREZZA E MULTIFUNZIONE


🔹 1. Disposizione di valvola di contropressione e valvola di sicurezza

Entrambe si installano sulla linea di mandata della pompa dosatrice, ma con funzioni distinte e quindi in posizioni differenti.

a. Valvola di contropressione

  • Scopo: garantire una pressione minima costante sul lato mandata, migliorando la precisione del dosaggio e impedendo il flusso incontrollato del liquido (ad esempio per effetto sifone).

  • Posizione: si installa immediatamente dopo la pompa dosatrice, sulla linea di mandata, prima di qualsiasi derivazione o accessorio.

  • Motivo: la pompa deve “sentire” la contropressione per dosare con regolarità ogni colpo del pistone o membrana.

Schema:

Pompa → Valvola di contropressione → Linea di mandata → Punto di iniezione

b. Valvola di sicurezza (sovrapressione)

  • Scopo: proteggere la pompa e la linea da sovrappressioni accidentali (es. chiusura del punto d’iniezione, valvola di non ritorno bloccata, ecc.).

  • Posizione: si monta in parallelo alla linea di mandata, con un tubo di ritorno al serbatoio di aspirazione o al contenitore del chimico.

  • Funzionamento: se la pressione supera la taratura, la valvola si apre scaricando il liquido e riportando la pressione a valori sicuri.

Schema:

Pompa → Valvola di contropressione → Linea di mandata

               ↘

                → Valvola di sicurezza → Ritorno al serbatoio

🔹 2. Quando conviene usare una valvola multifunzione

La valvola multifunzione integra in un unico corpo contropressione + sicurezza + spurgo + talvolta by-pass manuale o manometro, quindi sostituisce entrambe le valvole separate.

Conviene usarla quando:

  • Lo spazio di installazione è ridotto o si desidera una soluzione compatta e ordinata.

  • Si vuole semplificare la manutenzione e taratura, evitando più connessioni e guarnizioni.

  • La pompa è di piccola o media portata (generalmente fino a 50–100 l/h), dove la multifunzione garantisce prestazioni equivalenti alle valvole singole.

  • Si richiede una taratura di fabbrica precisa (spesso le multifunzioni sono pre-tarate).

Meglio invece usare valvole separate quando:

  • L’impianto ha pressioni elevate o condizioni critiche (chimici aggressivi, alta temperatura, impulsi forti).

  • Si desidera personalizzare la taratura di sicurezza e contropressione in modo indipendente.

  • Si vuole garantire maggiore ridondanza o manutenzione separata dei componenti.

🔹 Conclusione tecnica

In un impianto standard:

Pompa dosatrice → Valvola di contropressione → (Derivazione con valvola di sicurezza verso serbatoio).

Se l’impianto è compatto, con pompe a membrana di piccola portata (es. SEKO Tekna, Tekba, ecc.),

una valvola multifunzione è la soluzione più pratica e pulita, garantendo le stesse funzioni di protezione e stabilità del dosaggio.


 

lunedì 20 ottobre 2025

VALVOLA MULTIFUNZIONE NEI SISTEMI DI DOSAGGIO

 

⚙️ Cos’è la valvola multifunzione

La valvola multifunzione è un componente installato sulla testata di mandata della pompa dosatrice (tipicamente a membrana), con l’obiettivo di:

  • proteggere la pompa e l’impianto da sovrapressioni o ritorni di fluido;

  • mantenere stabile la pressione di lavoro per migliorare la precisione di dosaggio;

  • facilitare lo spurgo dell’aria e le operazioni di manutenzione.

È chiamata “multifunzione” perché integra in un unico corpo più funzioni che, altrimenti, richiederebbero diverse valvole separate.


🔩 Componenti principali

Una valvola multifunzione standard include generalmente:

  1. Valvola di contropressione (back pressure valve)

    • Mantiene costante una pressione minima in mandata, anche quando la linea è a scarico libero.

    • Questo garantisce che la pompa dosi sempre in condizioni stabili, evitando sovradosaggi o impulsi irregolari.

  2. Valvola di sicurezza (sovrapressione)

    • Interviene quando la pressione in mandata supera il valore massimo impostato, aprendo verso un tubo di scarico o ritorno al serbatoio.

    • Protegge la pompa, la membrana e la linea da danni meccanici.

  3. Valvola di sfiato o spurgo (manuale o automatica)

    • Permette di eliminare aria o gas intrappolati nella testata o nella linea, assicurando che la pompa dosi solo liquido.

    • Può essere dotata di un piccolo tubo di ritorno al serbatoio.

  4. Valvola di non ritorno (check valve)

    • Impedisce che il fluido torni indietro verso la pompa quando è ferma o in fase di aspirazione.


🧠 Funzionamento tecnico integrato

Durante il funzionamento:

  1. La pompa aspira il liquido e lo spinge nella linea di mandata.

  2. La valvola di contropressione mantiene la linea a un valore (es. 1–2 bar) anche se a valle non vi è resistenza, garantendo un dosaggio stabile.

  3. Se la pressione nella linea sale oltre il limite di sicurezza (es. 6 bar), la valvola di sovrapressione apre e scarica il liquido verso il serbatoio.

  4. In fase di avvio o manutenzione, si può aprire la valvola di sfiato per eliminare aria dalla testata.


⚠️ Attenzioni di installazione

  • Montare la valvola direttamente sulla testata di mandata della pompa, in posizione verticale.

  • Collegare il tubo di scarico/sfiato al serbatoio del prodotto chimico (mai a scarico libero).

  • Verificare la compatibilità chimica dei materiali (PVC, PVDF, PP, PTFE, ecc.) con il fluido trattato.

  • Tarare le pressioni secondo i valori indicati dal costruttore della pompa.

  • Controllare periodicamente la tenuta delle membrane o guarnizioni interne, soprattutto se si dosano acidi o ossidanti.

INSTALLAZIONE DI UNA POMPA DOSATRICE SOTTO BATTENTE

 

L’installazione sottobattente di una pompa dosatrice (cioè con il livello del liquido nel serbatoio più alto della pompa) è una condizione generalmente favorevole per il funzionamento, ma richiede alcune attenzioni tecniche precise per evitare problemi di sicurezza, corrosione o dosaggio errato.

Ecco i punti chiave da considerare:


⚙️ 1. Definizione di installazione sottobattente

La pompa è “sottobattente” quando la valvola di aspirazione si trova al di sotto del livello del liquido nel serbatoio.
👉 In questa configurazione, il liquido arriva alla pompa per gravità, mantenendo la linea di aspirazione sempre piena.


🧰 2. Vantaggi tecnici

  • Adescamento facilitato: la pompa è sempre piena di liquido, quindi non serve aspirare aria o innescare manualmente.

  • Meno rischio di cavitazione: il liquido non evapora facilmente nella linea di aspirazione.

  • Dosaggio più stabile e preciso: la pressione in aspirazione è sempre positiva.


⚠️ 3. Attenzioni fondamentali

a) Tenuta della linea di aspirazione

  • Deve essere ermetica, anche se in pressione positiva, per evitare gocciolamenti o ingressi d’aria.

  • Usare tubi rinforzati compatibili con il prodotto chimico.

b) Valvola di non ritorno in aspirazione

  • È obbligatoria per evitare che il liquido continui a fluire verso la pompa quando questa è ferma.

  • Alcune pompe dosatrici la integrano nella lancia di aspirazione.

c) Valvola di intercettazione (rubinetto)

  • Installare una valvola a monte della pompa per poterla isolare dal serbatoio durante la manutenzione.

  • È utile aggiungere anche una valvola di spurgo per svuotare la linea in sicurezza.

d) Posizionamento corretto

  • La pompa deve essere più in basso del fondo del serbatoio, ma non troppo: 30–50 cm di dislivello sono ideali.

  • Evitare curve o tratti orizzontali nella linea di aspirazione per ridurre i ristagni.

e) Sicurezza chimica

  • Se il prodotto è corrosivo o tossico (es. acido, ipoclorito), assicurarsi che:

    • la pompa sia realizzata in materiale compatibile (PVDF, PTFE, PP, ecc.);

    • sia presente una vaschetta di contenimento sotto la pompa;

    • i giunti e raccordi siano serrati e controllabili visivamente.

f) Valvola di sfogo aria (autospurgo)

  • Anche se la pompa è sottobattente, una valvola di sfiato manuale o automatica è utile per eliminare eventuali bolle d’aria residue.

g) Tubazione di mandata

  • Dotare la linea di mandata di valvola di non ritorno e, se necessario, di smorzatore di pulsazioni per stabilizzare la portata.


🧪 4. Verifica funzionale

Durante la prima messa in servizio:

  1. Riempire il serbatoio e aprire la valvola di alimentazione.

  2. Sfiatare l’aria tramite la valvola di spurgo della pompa.

  3. Controllare l’assenza di perdite in aspirazione e mandata.

  4. Eseguire un test di dosaggio per verificare la precisione.

lunedì 22 settembre 2025

Importanza del lavaggio delle membrane negli impianti ad osmosi inversa con pompe dosatrici SEKO

 

Il lavaggio periodico delle membrane è fondamentale per mantenere l’efficienza di un impianto ad osmosi inversa. Durante il funzionamento, le superfici filtranti tendono a incrostarsi a causa di sali, biofilm e residui organici, con conseguente calo di portata e aumento della pressione di esercizio.

L’impiego di pompe dosatrici SEKO – installate a basamento o a parete – permette di immettere in modo controllato soluzioni chimiche di lavaggio, garantendo la corretta concentrazione dei detergenti e una distribuzione uniforme. Questo processo preserva la durata delle membrane, riduce i consumi energetici e limita i fermi impianto, assicurando continuità e qualità nella produzione di acqua pura.

Consiglio operativo: pianificare cicli di lavaggio regolari e monitorare i parametri di pressione e portata per intervenire tempestivamente, salvaguardando l’investimento e la qualità del trattamento.

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venerdì 19 settembre 2025

PRE TRATTAMENTO OSMOSI PER ACQUE DI POZZO

Ecco una sintesi del processo illustrato:

1. Coagulazione
Si aggiungono agenti coagulanti che neutralizzano le cariche elettriche delle particelle sospese nell’acqua, favorendo la loro aggregazione.

2. Flocculazione
Con una miscelazione più lenta, le particelle coagulanti si uniscono formando fiocchi (floc), più pesanti e facili da separare.

3. Sedimentazione
I fiocchi si depositano sul fondo del serbatoio, separandosi dall’acqua più pulita che resta in superficie.

4. Filtrazione
L’acqua chiarificata attraversa filtri a sabbia o a carbone (o altre membrane), rimuovendo le ultime impurità.

Questo schema rappresenta le fasi base di un impianto di trattamento delle acque di processo in ambito farmaceutico, prima di eventuali step avanzati come osmosi inversa o sterilizzazione.

@INFO

giovedì 18 settembre 2025

Odor and Dust Suppression System with TEKNA Dosing Pump Monitoring


An odor and dust suppression system controls airborne particles and unpleasant smells by spraying a fine water mist enriched with neutralizing agents. Water is pressurized and distributed through a network of nozzles that create micro-droplets, effectively binding dust and reducing odors in industrial or waste-treatment areas.

To ensure consistent chemical concentration, the system integrates SEKO TEKNA dosing pumps. These pumps precisely inject additives—such as odor neutralizers or binding agents—into the water line. Continuous monitoring of the TEKNA pumps verifies correct dosing rates, detects flow or pressure anomalies, and provides real-time feedback to the control unit. This guarantees stable operation, optimal chemical usage, and reliable suppression performance while reducing maintenance needs.

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Water Treatment in an Evaporative Cooling Tower


In an evaporative cooling tower, water is continuously circulated to remove heat from a process or HVAC system. As part of this cycle, a water treatment system maintains water quality and protects the tower’s components.

  1. Circulation and Evaporation – Warm process water enters the cooling tower and releases heat as a small portion evaporates. The remaining water becomes more concentrated with dissolved minerals.

  2. Monitoring and Control – Sensors measure key parameters such as pH, conductivity, and microbiological activity. A control panel adjusts chemical dosing based on these readings.

  3. Chemical Dosing – Metering pumps inject treatment chemicals to prevent scale, corrosion, and bacterial growth (including Legionella). Typical chemicals include corrosion inhibitors, biocides, and scale-control agents.

  4. Blowdown – A portion of concentrated water is regularly discharged and replaced with fresh makeup water to keep dissolved solids within safe limits.

Proper monitoring and chemical control extend equipment life, improve energy efficiency, and ensure compliance with health and safety standards.

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giovedì 11 settembre 2025

STAZIONE DI DOSAGGIO CHIMICI

 


Cos’è una stazione di dosaggio chimici e a cosa serve

In molti impianti industriali e civili è necessario aggiungere piccole quantità di prodotti chimici per mantenere l’acqua pulita, sicura e priva di problemi come incrostazioni, corrosioni o proliferazioni batteriche. Per fare questo si utilizza la stazione di dosaggio chimici, un sistema compatto che automatizza e rende sicuro l’inserimento dei prodotti.

Come è fatta

Una stazione di dosaggio, come quella in foto, è composta da:

  • Pompe dosatrici: sono i “cuori” dell’impianto. Ciascuna pompa è dedicata a un prodotto specifico (ad esempio antincrostante, anticorrosivo, disinfettante).

  • Serbatoi chimici: taniche che contengono le soluzioni da dosare.

  • Tubazioni: collegano i serbatoi alle pompe e da qui al punto di iniezione nell’impianto.

  • Valvole di sicurezza e iniezione: evitano ritorni di liquido e garantiscono che il dosaggio sia sempre preciso.

  • Quadro elettrico: permette di alimentare e proteggere le pompe.

Come funziona

Il funzionamento è semplice:

  • la pompa aspira il prodotto dal serbatoio,

  • lo dosa in quantità controllata,

  • e lo immette nell’impianto da trattare.

Il dosaggio può essere regolato manualmente o in automatico, in base a segnali provenienti da strumenti di controllo (ad esempio misuratori di pH o conducibilità). In questo modo si mantiene sempre la giusta concentrazione di prodotti.

Perché è importante

Grazie a una stazione di dosaggio:

  • l’impianto dura più a lungo, perché è protetto da incrostazioni e corrosioni,

  • l’acqua resta sicura e priva di proliferazioni batteriche,

  • si evitano sprechi di prodotti chimici grazie al dosaggio preciso,

  • l’operatore lavora in sicurezza, senza contatto diretto con i reagenti.

👉 In poche parole, la stazione di dosaggio è una garanzia di efficienza, sicurezza e risparmio per ogni impianto che utilizza acqua come parte del processo. @info

martedì 9 settembre 2025

PANNELLI PRE-ASSEMBLATI CLORO/PH/REDOX/TEMPERATURA/CONDUCIBILITA'


 @INFO

Funzionamento del sensore ottico di torbidità per la misura nelle acque superficiali

 

La torbidità è uno dei parametri fondamentali per la valutazione della qualità delle acque superficiali. Indica la presenza di particelle sospese (argille, sabbie, limo, sostanze organiche, microalghe) che riducono la trasparenza dell’acqua, influenzandone le caratteristiche chimico-fisiche e biologiche. Per monitorare questo parametro in modo preciso e continuo si utilizzano sonde ottiche di torbidità, strumenti compatti e affidabili, installabili direttamente in linea o immersi in corpi idrici naturali.

Principio di funzionamento ottico

Il sensore ottico di torbidità sfrutta il principio della diffusione della luce. Al suo interno è presente:

  • una sorgente luminosa (LED a infrarosso, generalmente a 860 nm, per evitare interferenze cromatiche),

  • un rilevatore fotosensibile, disposto ad un angolo specifico rispetto al fascio luminoso emesso.

Quando la luce attraversa l’acqua, le particelle sospese deviano il raggio secondo un fenomeno chiamato scattering ottico. L’intensità della luce diffusa, rilevata dal fotodiodo, è proporzionale alla concentrazione delle particelle presenti. In base a questa misura, la sonda calcola il valore di torbidità espresso in NTU (Nephelometric Turbidity Units) secondo gli standard ISO 7027.

Vantaggi della misura ottica

  • Precisione e sensibilità: anche basse concentrazioni di particolato vengono rilevate in tempo reale.

  • Affidabilità: la tecnologia a LED a infrarossi minimizza l’influenza del colore naturale dell’acqua.

  • Automazione: integrabile con sistemi di controllo (PLC o cloud), consente il monitoraggio remoto e continuo.

  • Robustezza: la sonda è progettata per resistere ad ambienti esterni, acque naturali e reflui industriali.

Applicazioni nelle acque superficiali

Il monitoraggio della torbidità è essenziale per:

  • Valutare la qualità ambientale di fiumi, laghi e bacini.

  • Prevenire fenomeni di eutrofizzazione e proliferazione algale.

  • Controllare processi di sedimentazione e dilavamento.

  • Integrare i dati nei sistemi di gestione delle risorse idriche e di allerta ambientale.


Conclusione: Il sensore ottico di torbidità è uno strumento indispensabile per un controllo continuo e accurato della qualità delle acque superficiali. La possibilità di collegarlo a sistemi cloud o a PLC consente di disporre di dati sempre aggiornati e di intervenire tempestivamente in caso di anomalie.

@info

lunedì 8 settembre 2025

L’importanza del monitoraggio di pH e conducibilità negli impianti industriali tramite PLC e Cloud


Negli impianti di trattamento acqua, il controllo costante dei parametri chimico-fisici è fondamentale per garantire sicurezza, efficienza e conformità normativa. Tra i valori più critici da monitorare rientrano pH e conducibilità, indicatori essenziali della qualità dell’acqua e del corretto funzionamento dei processi.

  • pH: consente di mantenere l’acqua entro un intervallo idoneo al processo specifico, prevenendo fenomeni di corrosione, incrostazioni o inefficienze nei trattamenti chimici.

  • Conducibilità: fornisce un’indicazione immediata sulla concentrazione salina totale, permettendo di valutare la purezza dell’acqua, l’efficacia dei processi di demineralizzazione o l’eventuale presenza di contaminazioni.

L’integrazione di questi strumenti con PLC (Programmable Logic Controller) o piattaforme Cloud porta vantaggi significativi:

  • Automazione e affidabilità: il PLC gestisce in tempo reale i segnali provenienti dai sensori, attivando allarmi o regolazioni automatiche delle pompe dosatrici.

  • Accesso remoto: il Cloud consente di visualizzare e analizzare i dati ovunque, facilitando il lavoro di tecnici e progettisti senza la necessità di presidio fisico dell’impianto.

  • Storico e tracciabilità: i valori misurati vengono archiviati, rendendo possibile il confronto nel tempo, la prevenzione di anomalie e la dimostrazione della conformità agli standard richiesti.

  • Ottimizzazione dei costi: monitoraggi precisi riducono consumi chimici ed energetici, migliorando l’efficienza operativa.

In sintesi, il monitoraggio di pH e conducibilità integrato a sistemi digitali evoluti non rappresenta solo un controllo di routine, ma un elemento strategico di gestione intelligente dell’acqua, capace di garantire qualità, continuità e sostenibilità del processo. @info

giovedì 4 settembre 2025

MONITORAGGIO DEL CLORO E DEL PH IN UNA VASCA IDROMASSAGGIO


In una vasca idromassaggio il controllo dei parametri chimici è fondamentale per garantire sicurezza igienica e comfort.

  • Monitoraggio del cloro: viene utilizzata una sonda Redox (ORP), che misura il potenziale di ossidoriduzione dell’acqua. Il valore rilevato è direttamente collegato alla capacità disinfettante del cloro presente. Quando il valore scende sotto la soglia impostata, il sistema attiva la pompa dosatrice che immette la quantità necessaria di cloro.

  • Controllo del pH: una sonda pH rileva in continuo l’acidità dell’acqua. Se il valore si discosta dal range ottimale (7,2–7,6), una seconda pompa dosatrice aggiunge acido o base correttiva per riportare il parametro nei limiti.

  • Gestione tramite Cloud (Sekoweb): tutte le misure (cloro/Redox e pH), insieme allo stato delle pompe dosatrici, vengono inviate tramite connessione Wi-Fi al portale Sekoweb. In questo modo l’operatore può monitorare in tempo reale i dati, ricevere allarmi e regolare i set-point da remoto.

👉 Questo sistema consente un controllo costante, automatico e sicuro della qualità dell’acqua in vasca, riducendo errori manuali e garantendo la conformità alle normative igienico-sanitarie. @info

STAZIONE DI DOSAGGIO PRE-ASSEMBLATA


La stazione di dosaggio rappresentata nel disegno è composta da:

  • Tre pompe dosatrici SEKO modello Tekna, installate in parallelo, ciascuna con il proprio display frontale e comandi di regolazione.

  • Serbatoi di soluzione chimica collegati in aspirazione a ciascuna pompa, tramite lance di aspirazione con interruttore di livello integrato per il controllo della quantità residua di prodotto.

  • Elettroagitatori installati sui serbatoi principali, che garantiscono l’omogeneità della soluzione evitando la sedimentazione dei reagenti.

  • Tubazioni di mandata che convogliano i prodotti chimici dal gruppo pompe al punto di dosaggio, tramite raccordi e valvole di collegamento.

  • Collegamenti elettrici per alimentazione, gestione dei livelli e interfacciamento dei dispositivi di comando.

Questa configurazione è tipica negli impianti di trattamento acque (industriali, civili o piscine), dove è necessario dosare più prodotti chimici (es. ipoclorito, acido, antischiuma, polielettroliti).
Le pompe Tekna assicurano precisione e ripetibilità, mentre gli agitatori e i sensori di livello garantiscono sicurezza operativa e continuità del processo. @info

lunedì 1 settembre 2025

STAZIONI DI DOSAGGIO COMPLETE


Una stazione di dosaggio chimico è costituita da un insieme di componenti che lavorano in modo coordinato per garantire precisione, sicurezza e continuità nel trattamento dell’acqua.

  • Serbatoio di stoccaggio (100 litri in PE): contenitore principale per la soluzione chimica, realizzato in materiale resistente e compatibile con i prodotti da dosare.

  • Interruttore di livello: dispositivo di sicurezza che segnala il raggiungimento del minimo livello nel serbatoio, evitando il funzionamento a secco della pompa.

  • Lancia di aspirazione: accessorio immerso nel serbatoio, dotato di filtro e valvola di fondo, che assicura un’aspirazione sicura e priva di impurità.

  • Pompa dosatrice elettromagnetica: cuore della stazione, permette di immettere in modo proporzionale e controllato il prodotto chimico nel circuito da trattare.

  • Valvola di iniezione: punto di ingresso della soluzione chimica nella tubazione del processo, progettata per resistere a pressione e garantire l’immissione sicura.

  • Valvola multifunzione: installata sulla linea di mandata, integra funzioni di sfogo aria, scarico sovrapressioni e sicurezza operativa.

  • Valvola di contropressione: stabilizza la pressione di dosaggio, assicurando precisione e costanza nell’erogazione del prodotto.

👉 Una configurazione di questo tipo garantisce un dosaggio affidabile e controllato, riducendo i rischi di sovradosaggio o mancanza di prodotto, e rappresenta la base per un trattamento dell’acqua professionale ed efficiente.

Per ulteriori informazioni, contattaci: @info

venerdì 29 agosto 2025

TECNICHE E STRUMENTI PER LA MISURAZIONE DELLA PORTATA


Il flusso può essere espresso come portata volumetrica, portata massica o in termini di volume o di massa totale dislocata. La misurazione si ottiene utilizzando due dispositivi: uno, primario, che . posto a diretto contatto con il fluido e che genera un segnale ed uno, secondario, che traduce questo segnale in un movimento o un segnale per indicare, registrare, controllare o calcolare il flusso. Altri dispositivi, invece, indicano o calcolano il flusso direttamente attraverso l’interazione del fluido che scorre nella tubatura e il dispositivo di misurazione che è posto direttamente o indirettamente a contatto con il fluido.

Nei misuratori magnetici la tensione indotta da un magnete in un liquido conduttore che scorre in una tubatura è proporzionale alla velocità del fluido. Questo principio di induzione magnetica viene utilizzato nei Sensori della serie SFWE; essi non hanno parti in movimento. Tutti i misuratori di portata senza parti meccaniche in movimento possono essere utilizzati anche per la misura di liquidi sporchi, purchè conduttivi ed omogenei.

I Sensori a palette della serie SFW utilizzano, invece, un principio diverso. Essi dispongono di una ruota a palette che gira pi. o meno velocemente in funzione della portata, nelle cui pale sono inseriti dei piccoli magneti che, passando davanti ad un Sensore di Hall, generano una serie di impulsi la cui frequenza . proporzionale alla velocità del liquido che, moltiplicata per l’area della sezione del tubo, fornisce la portata.

L’uscita 4–20 mA consente la trasmissione dell’informazione di portata anche a lunga distanza. Lo specifico design consente una misura accurata in un ampio range di tubature, dal DN15 (0,5”) fino al DN600 (24”). Adatto per acque reflue, trattamento fanghi, itticoltura e trattamento biologico.

Per saperne di più, contattaci: @info