giovedì 12 giugno 2025

Trattamento dell’acqua in un chiarificatore: sintesi del processo


Il chiarificatore è un’unità fondamentale nei processi di trattamento delle acque reflue e industriali, progettato per separare i solidi sospesi dall’acqua tramite sedimentazione.

Fasi principali del processo:

  1. Ingresso dell’acqua grezza
    L'acqua da trattare entra nel chiarificatore attraverso un canale di distribuzione che ne rallenta la velocità, favorendo la sedimentazione.

  2. Flocculazione (se prevista)
    In alcuni impianti, prima del chiarificatore viene dosato un flocculante (tramite pompe dosatrici) per aggregare i solidi in fiocchi più grandi e pesanti, migliorando l’efficienza della sedimentazione.

  3. Sedimentazione
    All’interno del bacino, i solidi sospesi si depositano sul fondo per gravità, formando un fango. L’acqua chiarificata si separa naturalmente nella parte superiore.

  4. Raccolta dei fanghi
    Un sistema meccanico, come un ponte raschiatore, convoglia i fanghi verso una tramoggia centrale o periferica, da cui vengono estratti e inviati alla fase di trattamento fanghi.

  5. Sfioro dell’acqua chiarificata
    L’acqua depurata fuoriesce attraverso canalette di sfioro poste lungo il perimetro, pronte per ulteriori trattamenti o per il riutilizzo.


Nota tecnica: Il rendimento del chiarificatore dipende da fattori come il tempo di detenzione, la temperatura, la carica inquinante e l’eventuale impiego di coagulanti o flocculanti.

Per i componenti di dosaggi e monitoraggio, inviate una e-mail a: @info

Impianto di stoccaggio e dosaggio chimico

L'impianto di stoccaggio dei chimici consigliato, segue questa descrizione:

1. Serbatoi di stoccaggio


  • Realizzati in materiali resistenti alla corrosione (PE, PP, PVDF, acciaio inox) e disponibili in vari volumi (da poche decine a decine di migliaia di litri) Dotati di boccaporti, indicatori di livello, venting per evitare perdite di vapori, sfiati di sicurezza e possibilmente vasche secondarie di contenimento .

2. Pompe dosatrici

  • Le principali tipologie sono a membrana, a pistone e peristaltiche:

    • Membrana: alta precisione, buon isolamento dal fluido.

    • Pistone: portate elevate e pressione, modulari e adatte a fluidi viscosi 

    • Peristaltiche: il liquido non entra in contatto con componenti meccanici, ideale per fluidi aggressivi 

    • Possono essere pilotate in modalità manuale, temporizzata, proporzionale (ppm) o in base a impulsi/4‑20 mA.

3. Sistemi di misurazione e controllo della portata

  • L’integrazione di misuratori di flusso (magnetici, Coriolis, clamp-on) consente di realizzare sistemi closed-loop, migliorando precisione e sicurezza.

  • Sensori di livello, pH, redox e flussimetri (magnetici o Coriolis) permettono il monitoraggio continuo e l’arresto automatico in caso di fuori specifica o esaurimento prodotto.

4. Tubazioni e valvole

  • Realizzate in materiali compatibili (PVDF, PP, PVC, acciaio inox, Viton), spesso con valvole di non ritorno e a membrana per evitare residui e depositi.

5. Sistema di controllo integrato

  • Basato su PLC o microprocessori per regolare portata (proporzionale, a impulso, ppm), acquisire segnali da sensori (4‑20 mA, impulsi, livello) e attivare allarmi o processi automatici.


🔍 Flusso operativo tipico

  1. Carico: un serbatoio accumula il prodotto, mantenuto ermetico e monitorato il livello.

  2. Dosaggio: la pompa preleva chimico e lo inietta nella linea di processo, azionata da timer o input proveniente da misuratore di portata.

  3. Misura continua: il flusso viene misurato—e se necessario corretto in tempo reale—tramite sensori, formando un ciclo chiuso di controllo.

  4. Monitoraggio e sicurezza: se livello, pH o portata sono fuori range, il sistema blocca il dosaggio e attiva segnali o valvole di sicurezza.


Vantaggi del sistema

  • Precisione elevata: dosaggio controllato al millilitro o litro, riduzione sprechi.

  • 🔄 Efficacia operativa: produzione continua e dosaggio affidabile, con monitoraggio e allarmi.

  • 🛡️ Sicurezza: arresto automatico, contenimento vapori, compatibilità materiali per gestione sostanze pericolose.

Per i componenti della stazione di stoccaggio, contattaci: @info

mercoledì 11 giugno 2025

Impianto di raffreddamento con torri per acqua di processo stampi

Un impianto di raffreddamento con torri evaporative per acqua di processo stampi è progettato per dissipare il calore generato durante i cicli di stampaggio, mantenendo la temperatura ottimale per garantire qualità e produttività. Il sistema si compone principalmente di:

  • Circuito chiuso primario (a contatto con gli stampi) 

  • Circuito aperto secondario con torre evaporativa, dove avviene il reale scambio termico con l’ambiente.

Componenti principali:

  • Torre evaporativa: disperde calore attraverso l’evaporazione parziale dell’acqua.

  • Scambiatori di calore: trasferiscono il calore tra il circuito chiuso e quello aperto.

  • Pompe di ricircolo: garantiscono la circolazione costante dell’acqua nei due circuiti.

  • Filtri e separatori: evitano l'accumulo di impurità e fanghi.


Strumenti di monitoraggio e dosaggio chimico:

Per preservare l’efficienza del sistema e prevenire incrostazioni, corrosione e proliferazione biologica, vengono impiegati strumenti dedicati:

  • Sonde di conducibilità: monitorano la concentrazione salina dell'acqua e regolano lo spurgo automatico.

  • Controllore multiparametrico: gestisce i valori di pH, ORP e conducibilità, spesso integrato in quadri di controllo.

  • Pompe dosatrici: iniettano prodotti chimici (anticorrosivi, antincrostanti e biocidi) proporzionalmente o a tempo.

  • Contalitri e sensori di flusso: garantiscono l’effettivo dosaggio e rilevano anomalie.

  • Serbatoi con agitatori: per la preparazione e stoccaggio delle soluzioni chimiche concentrate.


Una gestione accurata di questi parametri assicura la durata del sistema, riduce i consumi di acqua e chimici e previene fermi impianto

Per i componenti di monitoraggio e dosaggio, contattaci: @info

martedì 10 giugno 2025

Trattamento dell'acqua da pozzo per uso potabile

 

  1. Prelievo dalla falda
    L'acqua viene estratta da un pozzo trivellato che raggiunge la falda acquifera. Una pompa sommersa o di superficie solleva l'acqua grezza verso l'impianto di trattamento.

  2. Filtrazione meccanica
    L'acqua passa attraverso filtri a sabbia o cartucce per rimuovere sabbia, limo e particelle sospese.

  3. Rimozione di ferro e manganese (se presenti)
    L'ossidazione con aria o ossidanti (es. permanganato di potassio) seguita da filtri specifici consente di eliminare questi metalli che possono dare cattivi odori, sapori e incrostazioni.

  4. Addolcimento (se necessaria la riduzione della durezza)
    Un addolcitore a resine cationiche sostituisce il calcio e il magnesio con sodio, migliorando la qualità dell'acqua per usi domestici.

  5. Filtrazione a carboni attivi
    Serve a rimuovere odori, sapori, pesticidi e composti organici, migliorando le caratteristiche organolettiche dell’acqua.

  6. Disinfezione finale
    L’acqua viene disinfettata con cloro, biossido di cloro o raggi UV per eliminare eventuali batteri o virus residui.

  7. Distribuzione
    L’acqua trattata viene inviata a un serbatoio di accumulo e poi distribuita alla rete idrica o direttamente all’utenza.


Questi passaggi possono variare in base alla qualità iniziale dell'acqua di falda e alla normativa vigente (es. D.Lgs. 18/2023 in Italia). Un’analisi chimica e microbiologica iniziale è sempre necessaria per progettare il sistema più adatto.

Per i componenti del trattamento, chiedi a: @info

L'importanza del pH nelle acque di processo e reflue

 Il pH è uno dei parametri fondamentali per il controllo e il trattamento delle acque, sia in ambito industriale (acque di processo) che in ambito ambientale (acque reflue). La sua corretta gestione non solo è essenziale per il rispetto delle normative ambientali, ma anche per garantire l'efficienza degli impianti, la protezione delle apparecchiature e la sicurezza degli operatori.

Che cos'è il pH?

Il pH misura la concentrazione di ioni idrogeno (H⁺) in una soluzione ed è espresso con una scala logaritmica da 0 a 14:

  • pH 7: neutro (acqua pura)

  • pH < 7: acido

  • pH > 7: basico (alcalino)

Ogni variazione di una singola unità di pH corrisponde a un cambiamento di concentrazione degli ioni H⁺ di dieci volte. Ciò significa che un'acqua con pH 5 è dieci volte più acida di una con pH 6, e cento volte più acida di una con pH 7.

Perché il pH è cruciale nelle acque di processo?

  1. Reazioni chimiche controllate: Molti processi industriali dipendono da un intervallo di pH ben definito per funzionare correttamente (es. galvanica, produzione alimentare, trattamento tessile).

  2. Corrosione e incrostazioni: Un pH troppo basso o troppo alto accelera la corrosione dei metalli e può favorire la formazione di incrostazioni nelle tubazioni e negli scambiatori.

  3. Efficienza dei prodotti chimici: Coagulanti, flocculanti e disinfettanti sono spesso efficaci solo entro range specifici di pH.

Il pH nelle acque reflue: un parametro normativo e funzionale


Il controllo del pH nelle acque reflue è obbligatorio secondo la normativa ambientale (es. D.Lgs. 152/2006). I valori tipici ammessi per lo scarico variano tra 5,5 e 9,5, ma i limiti possono essere più restrittivi in funzione della destinazione finale (corpo idrico superficiale, rete fognaria, suolo).

Inoltre:

  • Un pH troppo acido o troppo alcalino può danneggiare i microrganismi impiegati nei trattamenti biologici.

  • Il dosaggio di correttori di pH (acidi o basi) va eseguito in continuo, con regolazione automatica, per evitare fluttuazioni pericolose.

    Il controllo del pH non è solo una formalità normativa, ma una leva tecnica fondamentale per la buona gestione degli impianti e la tutela ambientale. La scelta di sensori affidabili, pompe dosatrici precise e sistemi di controllo automatico fa la differenza nella qualità dell'acqua e nella durata degli impianti.

    Suggerimento tecnico: valuta sempre la calibrazione periodica dei sensori di pH e l’impiego di regolatori proporzionali per una risposta più stabile nel dosaggio correttivo.

Conclusione

Il controllo del pH non è solo una formalità normativa, ma una leva tecnica fondamentale per la buona gestione degli impianti e la tutela ambientale. La scelta di sensori affidabili, pompe dosatrici precise e sistemi di controllo automatico fa la differenza nella qualità dell'acqua e nella durata degli impianti.

Suggerimento tecnico: valuta sempre la calibrazione periodica dei sensori di pH e l’impiego di regolatori proporzionali per una risposta più stabile nel dosaggio correttivo.

Per il monitoraggio del ph in vasca e il dosaggio dei chimici, chiedi a: @info

lunedì 9 giugno 2025

L'importanza della viscosità nei dosaggi con pompe dosatrici

Introduzione

Nel dosaggio di fluidi, uno dei parametri più critici da considerare è la viscosità del liquido da movimentare. La viscosità, definita come la resistenza interna di un fluido allo scorrimento, influisce direttamente sulla precisione di dosaggio, sull’efficienza del sistema, sul tipo di pompa da selezionare e sulle condizioni di esercizio. Una gestione inadeguata della viscosità può portare a errori di dosaggio, cavitazione, usura prematura dei componenti e malfunzionamenti.

La viscosità e le pompe dosatrici

Le pompe dosatrici volumetriche, come quelle a membrana, a pistone o peristaltiche, sono progettate per erogare volumi precisi di fluido. Tuttavia, la loro capacità di aspirare e spingere il liquido dipende fortemente dalla sua viscosità.

  • Fluidi a bassa viscosità (es. acqua, soluzioni acquose diluite): generalmente non pongono problemi, ma possono causare perdite di adescamento se il sistema non è ben sigillato.

  • Fluidi ad alta viscosità (es. oli, polimeri, prodotti chimici concentrati): richiedono una maggiore forza di aspirazione e possono generare perdite di carico importanti.

Influenza della temperatura sulla viscosità

La temperatura del fluido influisce direttamente sulla sua viscosità:

  • All'aumentare della temperatura, la viscosità diminuisce: il fluido diventa più scorrevole.

  • Al diminuire della temperatura, la viscosità aumenta: il fluido oppone maggiore resistenza allo scorrimento.

Pertanto, è essenziale conoscere il profilo viscosità-temperatura del fluido da dosare, soprattutto se il dosaggio avviene in ambienti con forti escursioni termiche o se il liquido viene stoccato all’aperto o in ambienti non condizionati.

Esempio pratico: un polielettrolita concentrato a 15 °C può avere una viscosità doppia rispetto allo stesso prodotto a 30 °C. Se la pompa non è dimensionata per la condizione più sfavorevole, il dosaggio sarà impreciso o addirittura impossibile.

Impatti sul dimensionamento e la selezione della pompa

Quando si ha a che fare con fluidi viscosi, occorre:

  • Sovradimensionare la pompa per garantire una corretta aspirazione.

  • Ridurre la frequenza di funzionamento per mantenere il controllo sul dosaggio.

  • Utilizzare valvole di ritegno a bassa resistenza, compatibili con fluidi viscosi.

  • Installare pompe con motori a coppia elevata, soprattutto per modelli a pistone o peristaltici.

  • In alcuni casi, riscaldare il fluido o l'ambiente in cui è contenuto può essere una strategia efficace per ridurne la viscosità prima del dosaggio.

Buone pratiche di installazione per fluidi viscosi

  1. Tubazioni adeguate: usare tubazioni di diametro maggiorato e lunghezze contenute per ridurre le perdite di carico.

  2. Posizionamento corretto della pompa: installare la pompa il più vicino possibile al serbatoio per minimizzare il tratto di aspirazione.

  3. Aspirazione in discesa o a caduta: nei casi più critici, installare il serbatoio sopraelevato rispetto alla pompa.

  4. Valvole e filtri dimensionati correttamente: evitare restringimenti, curve strette e filtri troppo fini, che ostacolano il flusso di fluidi viscosi.

  5. Riscaldamento o coibentazione: valutare l’uso di serpentine riscaldanti, tracciature elettriche o coibentazioni per mantenere stabile la temperatura del fluido.

  6. Controllo della temperatura ambiente: se il fluido è sensibile alle variazioni termiche, è opportuno monitorare e controllare la temperatura della sala pompe o del quadro dosaggio.

  7. Adescamento facilitato: nei primi avviamenti, può essere utile iniettare una piccola quantità di acqua o fluido compatibile a bassa viscosità per aiutare la pompa a innescarsi.

Conclusioni

La viscosità non è un parametro secondario nella scelta e nell’installazione delle pompe dosatrici: è un fattore determinante per il buon funzionamento dell’impianto. Una valutazione corretta della viscosità operativa (in funzione della temperatura reale di esercizio) consente di scegliere la pompa giusta, di garantire precisione di dosaggio, di ridurre i costi di manutenzione e di assicurare la continuità operativa.

Consiglio tecnico: quando si progetta un sistema di dosaggio per fluidi non perfettamente acquosi, è fondamentale ottenere i dati di viscosità del prodotto alle diverse temperature, possibilmente forniti dal produttore chimico. Solo così si può effettuare un corretto dimensionamento e garantire prestazioni ottimali dell’impianto.

Per la pompa dosatrice ideale al dosaggio dei liquidi viscosi, contattaci: @info