giovedì 31 luglio 2025

🔍 Come funziona una sonda ottica per la misura dell’ossigeno disciolto?


Le sonde ottiche per ossigeno rappresentano una tecnologia avanzata e affidabile per il monitoraggio dell’ossigeno disciolto (DO) in acqua, sia in ambito ambientale che industriale. A differenza delle sonde galvaniche o polarografiche, non richiedono elettrolita né manutenzione frequente.

⚙️ Il principio di funzionamento si basa sulla luminescenza di un materiale sensibile (fluoroforo), inserito all’interno del tappo sensibile della sonda:

  1. Un LED emette luce blu che eccita il materiale luminescente.

  2. Il fluoroforo, in assenza di ossigeno, emette luce rossa dopo un breve ritardo (tempo di decadimento).

  3. Quando è presente ossigeno disciolto, questo riduce l’intensità e la durata della luminescenza.

  4. Un fotodiodo interno misura il tempo di risposta, proporzionale alla concentrazione di ossigeno nell’acqua.

📌 La sonda è composta da:

  • un corpo sigillato con elettronica integrata

  • una membrana ottica sostituibile

  • un sensore a LED e fotodiodo

  • un cavo schermato (es. 10 m) per il collegamento alla centralina o datalogger

Vantaggi principali:

  • Nessun consumo di ossigeno → adatta anche ad acque stagnanti

  • Misure precise e stabili nel tempo

  • Ridotta manutenzione e calibrazione più semplice

  • Elevata compatibilità con impianti di trattamento acque, acquacoltura, reflui industriali e ambienti critici

📈 In molti impianti, il dato viene acquisito da una centralina digitale, che lo rende disponibile per il controllo di processi, allarmi o regolazione automatica.


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