Principio di funzionamento ottico
Il sensore ottico di torbidità sfrutta il principio della diffusione della luce. Al suo interno è presente:
-
una sorgente luminosa (LED a infrarosso, generalmente a 860 nm, per evitare interferenze cromatiche),
-
un rilevatore fotosensibile, disposto ad un angolo specifico rispetto al fascio luminoso emesso.
Quando la luce attraversa l’acqua, le particelle sospese deviano il raggio secondo un fenomeno chiamato scattering ottico. L’intensità della luce diffusa, rilevata dal fotodiodo, è proporzionale alla concentrazione delle particelle presenti. In base a questa misura, la sonda calcola il valore di torbidità espresso in NTU (Nephelometric Turbidity Units) secondo gli standard ISO 7027.
Vantaggi della misura ottica
-
Precisione e sensibilità: anche basse concentrazioni di particolato vengono rilevate in tempo reale.
-
Affidabilità: la tecnologia a LED a infrarossi minimizza l’influenza del colore naturale dell’acqua.
-
Automazione: integrabile con sistemi di controllo (PLC o cloud), consente il monitoraggio remoto e continuo.
-
Robustezza: la sonda è progettata per resistere ad ambienti esterni, acque naturali e reflui industriali.
Applicazioni nelle acque superficiali
Il monitoraggio della torbidità è essenziale per:
-
Valutare la qualità ambientale di fiumi, laghi e bacini.
-
Prevenire fenomeni di eutrofizzazione e proliferazione algale.
-
Controllare processi di sedimentazione e dilavamento.
-
Integrare i dati nei sistemi di gestione delle risorse idriche e di allerta ambientale.
✅ Conclusione: Il sensore ottico di torbidità è uno strumento indispensabile per un controllo continuo e accurato della qualità delle acque superficiali. La possibilità di collegarlo a sistemi cloud o a PLC consente di disporre di dati sempre aggiornati e di intervenire tempestivamente in caso di anomalie.
Nessun commento:
Posta un commento