Con questo termine commerciale (sequestranti) viene indicato un tipo di prodotto che ha la capacità di impedire la formazione di carbonato di calcio (CaCO3) e quindi intorbidamenti e depositi sui filtri.
Questo è un fenomeno che si riscontra quando si hanno acque con durezza particolarmente alta (sopra i 30-35 °F) e che per vari motivi è difficile mantenere bilanciata o nel caso di filtri a diatomee, dove l'alta durezza può provocare l'impaccamento del materiale filtrante. Alle concentrazioni di impiego suggerite l'azione di questi composti, che in generale sono chiamati "sequestranti", è diversa da quella che si ottiene dai "veri" agenti chelanti che sono l'EDTA e l'NTA. Questi composti infatti mantengono bloccati gli ioni Ca++ e Mg++, impedendo loro di reagire con l'acido carbonico.
L'azione dei "sequestranti" invece, è quella di disturbare la formazione di cristalli di carbonato di calcio. Il vantaggio è che, contrariamente ai chelanti, lavorano a concentrazioni substechiometriche molto più basse. Questi prodotti sono pertanto molto più economici e possono essere usati per contenere la formazione di carbonato di calcio. In generale si tratta di derivati dell'acido fosfonico. Commercialmente si trovano anche formulati insieme all'acido solforico per aggiustare il pH e mantenere pulite le tubazioni ed i filtri. I dosaggi variano in funzione del tipo di sequestrante e della durezza dell'acqua.
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