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giovedì 14 dicembre 2023

ABBATTIMENTO DELL'AZOTO AMMONIACALE


L'abbattimento dell'azoto ammoniacale, spesso indicato come azoto ammoniacale (NH₃-N), è un processo critico nei sistemi di trattamento delle acque, in particolare nelle acque reflue provenienti da impianti industriali, agricoli o urbani. L'azoto ammoniacale è una forma di azoto che può avere impatti ambientali significativi se scaricato nelle acque superficiali senza trattamento. Esistono diversi metodi per abbattere l'azoto ammoniacale, a seconda delle condizioni specifiche e delle esigenze del sistema. Alcuni dei principali metodi includono:

  1. Nitrificazione e Denitrificazione:

    • La nitrificazione è il processo mediante il quale l'ammoniaca (NH₃) viene convertita in nitrito (NO₂⁻) e successivamente in nitrato (NO₃⁻) da batteri nitrificanti. La denitrificazione è il processo di riduzione dei nitrati a azoto gassoso (N₂) attraverso batteri denitrificanti. Questi processi, spesso implementati in successione in un sistema di trattamento, riducono l'azoto ammoniacale.
  2. Processi di Ossidazione Chimica:

    • L'azoto ammoniacale può essere convertito in azoto gassoso attraverso processi chimici di ossidazione. Ad esempio, l'ozono (O₃) o il permanganato di potassio (KMnO₄) possono essere utilizzati per ossidare l'ammoniaca a nitrato o azoto gassoso.
  3. Biorisanamento e Fitorisanamento:

    • L'uso di microrganismi e piante può contribuire all'abbattimento dell'azoto ammoniacale. Le piante acquatiche, ad esempio, possono assorbire azoto ammoniacale attraverso un processo noto come fitodepurazione.
  4. Scambio Ionico:

    • Il trattamento dell'acqua attraverso processi di scambio ionico può contribuire all'abbattimento dell'azoto ammoniacale. Resine a scambio ionico possono rimuovere l'ammoniaca catturandola sulla superficie della resina.
  5. Precipitazione Chimica:

    • Alcuni reagenti chimici, come il cloruro di calcio o il solfato di ferro, possono essere utilizzati per precipitare l'ammoniaca sotto forma di composti insolubili, che possono essere successivamente rimossi per sedimentazione o filtrazione.
  6. Aereazione e Agitazione:

    • L'aereazione dell'acqua, con l'aggiunta di ossigeno, può favorire i processi di nitrificazione. L'agitazione meccanica può migliorare la miscelazione nell'acqua, facilitando i processi biologici.

La scelta del metodo dipende da vari fattori, tra cui la concentrazione di azoto ammoniacale nell'acqua, le condizioni ambientali, i requisiti normativi, e le risorse disponibili. Spesso, una combinazione di più processi è utilizzata in un impianto di trattamento delle acque per garantire una rimozione efficace dell'azoto ammoniacale. È importante sottolineare che la gestione dell'azoto ammoniacale richiede attenzione e monitoraggio costante per garantire risultati ottimali e rispetto delle normative ambientali.

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giovedì 26 ottobre 2023

MONITORAGGIO DEI PARAMETRI IN VASCA DI ACQUE REFLUE DA REMOTO

 


Il monitoraggio dei parametri in una vasca di acque reflue è fondamentale per garantire un trattamento efficiente delle acque e il rispetto delle normative ambientali. La vasca di acque reflue è spesso una parte integrante di un impianto di trattamento delle acque reflue ed è utilizzata per rimuovere contaminanti e impurità prima del rilascio delle acque trattate nell'ambiente o nel sistema di drenaggio. Ecco alcuni dei parametri chiave che vengono comunemente monitorati in una vasca di acque reflue:

Parametro di pH: Il pH dell'acqua è un parametro critico poiché influisce sulla solubilità dei contaminanti e sulla performance di molti processi di trattamento. Il monitoraggio del pH consente di regolare il trattamento chimico per raggiungere valori ottimali di pH.

Parametri di solidi sospesi: Il monitoraggio dei solidi sospesi, inclusi i solidi sospesi totali (SST) e i solidi sospesi volatili (SSV), aiuta a valutare l'efficacia della sedimentazione e della chiarificazione nella rimozione dei solidi dall'acqua.

Parametro di concentrazione di inquinanti: È importante misurare la concentrazione di specifici inquinanti come COD (Chemical Oxygen Demand), BOD (Biochemical Oxygen Demand), nutrienti (nitrati e fosfati), metalli pesanti e altri contaminanti specifici in base alle normative locali.

Parametro di torbidità: La torbidità misura la chiarezza dell'acqua ed è utile per valutare l'efficacia del processo di chiarificazione e per monitorare la presenza di solidi in sospensione.

Parametro di temperatura: La temperatura dell'acqua può influenzare le reazioni chimiche e biologiche nei processi di trattamento, quindi il monitoraggio della temperatura è importante per mantenere condizioni ottimali.

Parametro di ossigeno disciolto (DO): L'ossigeno disciolto è essenziale per i processi biologici di decomposizione dei contaminanti organici. Il monitoraggio del DO aiuta a garantire che i processi biologici siano adeguatamente aerobici.

Parametri di effluenti microbiologici: Il monitoraggio di indicatori microbiologici come il coliformi totali e batteri fecali è importante per valutare la qualità microbiologica dell'acqua trattata.

Parametro di livello dell'acqua: Il monitoraggio del livello dell'acqua nella vasca aiuta a gestire il flusso delle acque reflue attraverso il processo di trattamento.

Parametro di concentrazione di reagenti chimici: Se vengono utilizzati reagenti chimici per il trattamento, è importante misurare e controllare la concentrazione di questi reagenti.

Il monitoraggio dei parametri in una vasca di acque reflue può essere effettuato manualmente o in modo automatizzato utilizzando sensori e strumenti di monitoraggio. La scelta dei parametri da monitorare dipenderà dalle esigenze specifiche del processo di trattamento e dalle normative locali. Il monitoraggio regolare e l'analisi dei dati raccolti sono essenziali per ottimizzare il processo di trattamento e garantire il rispetto delle normative ambientali.

I sistemi di monitoraggio a remoto di SEKO permettono un costante controllo dei parametri in vasca. Per saperne di più, clicca: @info

domenica 22 ottobre 2023

LA DENSITA' DELLA VISCOSITA' NEI DOSAGGI


La densità della viscosità, spesso indicata come viscosità specifica o viscosità relativa, è un parametro importante quando si tratta del flusso di fluidi attraverso le tubazioni. La viscosità specifica esprime quanto è viscoso un fluido rispetto all'acqua, che è spesso usata come fluido di riferimento. Un fluido più viscoso avrà una viscosità specifica maggiore rispetto a un fluido meno viscoso.

La densità della viscosità è una quantità adimensionale e viene spesso espressa come un rapporto tra la viscosità del fluido in esame e la viscosità dell'acqua. Ad esempio, se il rapporto è 2, significa che il fluido è due volte più viscoso dell'acqua. La formula generale per la densità della viscosità è la seguente:



La viscosità è una proprietà del fluido che influisce sulle perdite di carico e sulla resistenza al flusso nelle tubazioni. Fluidi più viscosi richiedono una maggiore pressione per essere pompati attraverso le tubazioni e possono generare perdite di carico più significative. La densità della viscosità è particolarmente importante nell'ingegneria delle tubazioni e nel dimensionamento dei sistemi di trasporto di fluidi.

È importante notare che la viscosità dei fluidi può variare significativamente con la temperatura. Pertanto, la densità della viscosità deve essere considerata in funzione della temperatura in molti calcoli di ingegneria delle tubazioni. Le curve di viscosità specifica rispetto alla temperatura sono spesso disponibili per vari fluidi e possono essere utilizzate per determinare la densità della viscosità in condizioni specifiche.

In sintesi, la densità della viscosità è una misura della viscosità relativa di un fluido rispetto all'acqua ed è un parametro importante da considerare nell'analisi e nel progetto dei sistemi di tubazioni.

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mercoledì 18 ottobre 2023

ACIDO SOLFORICO E DOSAGGIO CON POMPE DOSATRICI TEKNA

L'acido solforico (H2SO4) è una sostanza altamente corrosiva e acida che è spesso presente nelle acque reflue industriali o di processo. La sua presenza può essere problematica e richiede particolari precauzioni e trattamenti prima del rilascio nell'ambiente o nel sistema di drenaggio. Ecco alcune considerazioni sul trattamento dell'acido solforico nelle acque reflue:

Neutralizzazione: La neutralizzazione è il processo chiave per trattare l'acido solforico presente nelle acque reflue. Questo può essere fatto aggiungendo sostanze alcaline, come idrossido di sodio (NaOH) o idrossido di calcio (Ca(OH)2), per aumentare il pH dell'acqua e ridurre l'acidità. La reazione chimica che avviene è la seguente:

H2SO4 + 2NaOH → Na2SO4 + 2H2O

Questo processo porta alla formazione di solfato di sodio (Na2SO4), che è meno acido e meno corrosivo.

Monitoraggio del pH: È essenziale monitorare costantemente il pH dell'acqua durante la neutralizzazione per garantire che sia adeguatamente trattata. Il pH dovrebbe essere regolato in modo che l'acqua raggiunga un valore neutro o leggermente alcalino.

Trattamento avanzato: In alcuni casi, potrebbe essere necessario un trattamento avanzato per rimuovere completamente l'acido solforico e i suoi derivati. Questo potrebbe includere processi di precipitazione chimica o l'uso di reagenti specifici in base alla composizione delle acque reflue. 


Rispetto delle normative: È fondamentale rispettare tutte le normative locali e regionali in materia di scarico di acque reflue. Queste normative definiranno i limiti consentiti per il rilascio di acido solforico e altri inquinanti nell'ambiente.

Sicurezza: La manipolazione dell'acido solforico richiede precauzioni di sicurezza rigorose a causa della sua natura altamente corrosiva. Il personale che lavora con questo acido dovrebbe indossare l'abbigliamento protettivo adeguato, compresi occhiali di sicurezza e guanti, e seguire le procedure di sicurezza.

Trattamento preliminare: È possibile implementare misure preventive per ridurre la presenza di acido solforico nelle acque reflue, come la separazione dei rifiuti per impedire che prodotti contenenti acido solforico finiscano nei sistemi di scarico.


Il trattamento dell'acido solforico nelle acque reflue è una questione complessa che richiede attenzione ai dettagli e la conformità alle normative locali. La consulenza da parte di esperti in gestione delle acque reflue è spesso consigliata per garantire un trattamento adeguato ed evitare potenziali impatti ambientali o sulla salute pubblica.

Utilizzando le pompe dosatrici Tekna con testate universali in PVDF e le guarnizioni (O-ring) in FPM, avremo la giusta compatibilità dei materiali per il dosaggio dell'acido solforico. Per un adescamento sicuro, l'utilizzo del priming è consigliabile.

Per saperne di più, scrivi a: @info

venerdì 13 ottobre 2023

DOSAGGIO DEL PAC CON POMPE DOSATRICI ELEKTRA


Il Polialluminio Cloruro (Polyaluminum Chloride o PAC) è un coagulante chimico utilizzato ampiamente nel trattamento delle acque, soprattutto nel settore del trattamento delle acque potabili e delle acque reflue. È efficace nel promuovere la flocculazione e l'agglomerazione di particelle sospese, agenti inquinanti e solidi disciolti nell'acqua, consentendo così la loro rimozione più efficace. Ecco alcune delle sue caratteristiche e applicazioni principali:

Coagulazione: Il PAC funziona come coagulante, cioè aiuta le particelle sospese nell'acqua a formare aggregati più grandi, noti come flocchi, che possono essere più facilmente rimossi mediante sedimentazione o filtrazione.

Trattamento delle acque potabili: È utilizzato per il trattamento dell'acqua destinata al consumo umano per rimuovere impurità come sedimenti, solidi sospesi, microbi e materiali organici.

Trattamento delle acque reflue: Nel trattamento delle acque reflue, il PAC aiuta a eliminare sostanze inquinanti e solidi sospesi, contribuendo alla depurazione dell'acqua prima del suo rilascio nell'ambiente o nel sistema di drenaggio.

Efficienza: Il PAC è noto per essere un coagulante molto efficace e può essere utilizzato in una gamma più ampia di condizioni di pH rispetto ad alcuni coagulanti tradizionali come il solfato di alluminio.

Minimizzazione di residui: In molte applicazioni, il PAC può ridurre la quantità di residui prodotti rispetto ad altri coagulanti, il che lo rende più vantaggioso in termini di gestione dei rifiuti.

Sicurezza: È considerato più sicuro da maneggiare rispetto ad alcuni altri coagulanti chimici.

Il dosaggio del PAC e il suo utilizzo specifico possono variare in base alle condizioni dell'acqua da trattare, comprese la qualità dell'acqua in ingresso e gli obiettivi del trattamento. È importante seguire le linee guida e le normative locali per garantire un trattamento dell'acqua sicuro ed efficace.

Il dosaggio con le pompe dosatrici ELEKTRA garantisce una iniezione del prodotto in vasca monitorata e regolare.

Chiedi più informazioni inviando la richiesta a: @info

giovedì 12 ottobre 2023

TECNICA DEL DOSAGGIO - MISURAZIONE DELLA CONDUCIBILITA'

La misurazione della conducibilità, chiamata anche conduttività, è un'importante tecnica di analisi chimica utilizzata per determinare la capacità di un campione di condurre la corrente elettrica. La conducibilità è influenzata dalla presenza di ioni disciolti o cariche elettriche nel campione. Questa misurazione è comunemente utilizzata in molte applicazioni, come il controllo di qualità dell'acqua, l'analisi delle soluzioni chimiche e molto altro. Ecco come effettuare una misurazione della conducibilità:

Strumentazione:

Conduttimetro: Un conduttimetro è uno strumento appositamente progettato per misurare la conducibilità. Viene utilizzato per inviare una corrente elettrica nota attraverso un campione e misurare la resistenza elettrica del campione.

Elettrodi: Un conduttimetro utilizza due elettrodi per generare una corrente elettrica attraverso il campione. Questi elettrodi devono essere puliti e ben mantenuti per ottenere risultati accurati.

Procedura:

Preparazione del campione: Assicurati che il tuo campione sia ben preparato e rappresentativo della soluzione o del materiale che desideri analizzare.

Calibrazione: Prima di iniziare la misurazione, è importante calibrare il conduttimetro utilizzando standard di conducibilità noti. Questo garantisce che i risultati siano accurati.

Pulizia degli elettrodi: Prima di ogni misurazione, assicurati che gli elettrodi siano puliti e privi di contaminazioni. Utilizza acqua distillata o soluzioni specifiche per la pulizia degli elettrodi, se necessario.

Misurazione: Immergi gli elettrodi nel campione da analizzare. Il conduttimetro applicherà una corrente elettrica nota tra gli elettrodi e misurerà la caduta di tensione (resistenza) attraverso il campione. Il valore della conducibilità verrà visualizzato sullo schermo del conduttimetro.

Registrazione dei dati: Registra il valore della conducibilità misurata. Assicurati di includere anche informazioni sulle condizioni del campione, come la temperatura.

Pulizia degli elettrodi: Dopo la misurazione, pulisci nuovamente gli elettrodi per evitare contaminazioni e prolungare la loro vita utile.

La conducibilità è spesso espressa in microsiemens per centimetro (μS/cm) o millisiemens per centimetro (mS/cm), a seconda dell'ordine di grandezza della conducibilità del campione. È importante notare che la conducibilità può variare in base alla temperatura, quindi alcuni conduttimetri consentono di correggere automaticamente i risultati in base alla temperatura del campione.

Ricorda che i risultati della conducibilità sono influenzati dalla concentrazione di ioni nel campione, quindi questa misurazione è utile per analisi di soluzioni e miscele contenenti ioni.

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TECNICA DEL DOSAGGIO - TABELLA DEL REDOX

Una tabella del redox (o schema della tabella del redox) elenca i potenziali di riduzione standard (o tensioni di riduzione standard) per diverse reazioni di riduzione-ossidazione (redox). Questi potenziali di riduzione standard sono espressi in volt (V) o millivolt (mV) e servono a determinare la capacità di una sostanza chimica di subire una reazione redox.

Ecco un esempio semplificato di come potrebbe apparire una piccola parte di una tabella del redox:
Sostanza ChimicaPotenziale di Riduzione Standard (V)
Cl2+1,36
Ag++0,80
Fe3++0,77
H2O2+1,77
Cu2++0,34
Nella tabella, le sostanze chimiche sono elencate nella prima colonna, mentre i loro potenziali di riduzione standard sono indicati nella seconda colonna. Questi potenziali di riduzione standard ti permettono di determinare quale sostanza è più facilmente ridotta o ossidata in una reazione redox. Valori più positivi indicano una maggiore tendenza alla riduzione, mentre valori più negativi indicano una maggiore tendenza all'ossidazione.


Per il controllo del redox, utilizza il K40/K65/k100/k102/k800 o la pompa dosatrice con lo strumentoo incorporato modello TEKNA o TEKBA.

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TECNICA DEL DOSAGGIO - MONITORAGGIO CON DOSATRICE

L'utilizzo di un sistema di dosaggio con un pH elevato può variare a seconda del contesto specifico, ma in generale, ecco alcuni passi generali da seguire:

  1. Preparazione: Assicurati di avere a disposizione tutti gli componenti necessari, compresi i reagenti o le sostanze chimiche alcaline adatte per regolare il pH. 
  2. Sicurezza: Prima di iniziare, indossa l'attrezzatura di protezione personale adeguata, come occhiali di sicurezza, guanti e abbigliamento protettivo. 

  3. Calibrazione: Se il sistema di dosaggio è automatizzato, dovresti calibrare accuratamente tutti i sensori e i dispositivi necessari per monitorare e regolare il pH.
  4. Configurazione del sistema: Imposta il sistema di dosaggio in base alle specifiche esigenze del tuo processo. Assicurati che il sistema sia correttamente collegato alle fonti di reagenti e alle linee di processo pertinenti. 
  5. Monitoraggio: Monitora costantemente il valore del pH utilizzando i sensori appropriati. Assicurati che il pH sia mantenuto nell'intervallo desiderato. 
  6. Regolazione: Se il pH si discosta dal valore desiderato, il sistema di dosaggio dovrebbe regolare automaticamente l'aggiunta di reagenti alcalini per riportare il pH al livello desiderato. 
  7. Manutenzione: Periodicamente, controlla e manutenziona il sistema di dosaggio, inclusi i sensori e le pompe dosatrici, per assicurarti che funzioni correttamente. 
  8. Registrazione dei dati: Tieni un registro accurato di tutte le operazioni, inclusi i dati relativi al pH, alle quantità di reagenti aggiunte e ad altre informazioni rilevanti. 
  9. Sicurezza continua: Assicurati che tutte le misure di sicurezza siano rispettate durante l'utilizzo del sistema di dosaggio con pH elevato, poiché le sostanze chimiche alcaline possono essere pericolose. 
  10. Addestramento: Assicurati che il personale coinvolto nell'uso del sistema di dosaggio sia adeguatamente addestrato sul suo funzionamento e sulle procedure di sicurezza.

Questi sono solo passaggi generali, e le specifiche pratiche possono variare notevolmente in base all'applicazione e al sistema di dosaggio utilizzato. Assicurati di seguire le linee guida specifiche fornite dal produttore del tuo sistema, nonché le normative di sicurezza e ambientali pertinenti.

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mercoledì 30 agosto 2023

GUARNIZIONI E O-RING IN FKM

Gli elastomeri fluorurati (FKM o FFKM) sono dei tecnopolimeri sintetici tailor made utilizzati in applicazioni ad elevata tecnologia, ad esempio nel campo aerospaziale, nelle applicazioni militari, per la fabbricazione di fibre ottiche polimeriche, o come tenute e piping per ambienti particolarmente aggressivi, come le atmosfere di ossigeno, fluoro, idrogeno, acido solfidrico e acidi alogenidrici.

Rispetto alle comuni gomme, essi hanno un'elevata resistenza all'attacco di agenti chimici, ai raggi ultravioletti e agli ossidanti. A seconda del grado cross-linking, possono essere più o meno resistenti alle alte temperature.

I primi elastomeri fluorurati ad essere sviluppati sono stati dei copolimeri fra VDF e HFP.VDF abbassa la temperatura di transizione vetrosa, è relativamente poco costoso ma è instabile agli agenti chimici basici (vedi PVDF).
HFP aumenta la temperatura di transizione vetrosa e il contenuto di fluoro del polimero.

Allo scopo di aumentare la resistenza agli agenti chimici si è aggiunto ancora del fluoro tramite l'inserimento del monomero TFE. L'aggiunta di TFE tuttavia aumenta la percentuale di cristallinità. Superata la soglia del 40% di TFE, il polimero perde le caratteristiche elastomeriche della gomma e assume le caratteristiche di una plastica semirigida.

Fonte: Wikipedia

Nelle pompe dosatrici SEKO, il FKM-B viene utilizzato principalmente nelle guarnizioni e o-ring. ottimo nel dosaggio dei chimici acidi nel trattamento delle acque.

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GUARNIZIONI E O-RING IN EPDM

Le gomme EPDM (dall'inglese Ethylene-Propylene Diene Monomer)[1][2] sono una famiglia di gomme sintetiche del gruppo M secondo la classificazione DIN/ISO 1629 e della ASTM D 1418-19. Del gruppo M fanno parte gli elastomeri che contengono catene polimeriche di tipo polimetilenico senza insaturazioni (doppi o tripli legami).

Le gomme EPDM sono terpolimeri ottenuti dalla copolimerizzazione di etilene, propilene e da un terzo monomero rappresentato da un diene.[3] I dieni che vengono generalmente utilizzati per produrre le gomme EPDM sono il diciclopentadiene (DCPD), l'etilidene norbornene (ENB) e il vinil norbornene (VNB).

La miscela di reagenti per la produzione delle gomme EPDM contiene intorno al 45÷75% di etilene. Maggiore è il contenuto, maggiori sono le possibilità di caricamento del polimero, migliori sono il mescolamento e l'estrusione. La vulcanizzazione a base di perossido conferisce a questi polimeri una più alta densità di reticolazione in confronto ai loro analoghi amorfi. Anche i polimeri amorfi hanno eccellenti caratteristiche di lavorazione, che dipendono dalla loro struttura molecolare. I dieni, che variano tipicamente dal 2,5% fino al 12% in peso del composto, agiscono da reticolazioni quando si fa la vulcanizzazione con lo zolfo e la resina, mentre con le vulcanizzazioni a base di perossido il diene (o terzo monomero) funge da coagente e fornisce resistenza contro fenomeni indesiderati di viscosità, scivolamento o flusso durante l'utilizzo finale.
Proprietà

L'EPDM esibisce una soddisfacente inerzia all'aggressione dei fluidi idraulici polari, i chetoni, l'acqua calda e fredda e gli alcali, e un'insoddisfacente resistenza con la maggior parte degli oli di origine fossile, la benzina, il cherosene, gli idrocarburi aromatici ed alifatici, i solventi alogenati e gli acidi concentrati.

Le principali proprietà dell'EPDM sono la sua spiccata resistenza al calore, all'ozono e agli agenti atmosferici. Anche la resistenza alle sostanze polari e al vapore sono buone. Ha inoltre eccellenti proprietà di isolamento elettrico

Fonte: Wikipedia


I prodotti in EPDM sono inseriti nella gamma di pompe dosatrici SEKO come: le guarnizioni  e gli o-ring. Vengono principalmente usati per i prodotti basici nel trattamento delle acque.

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martedì 9 maggio 2023

SUPPORTO AGLI INSTALLATORI E AI RIVENDITORI


La legionella (Legionella Brenner et al., 1979) è un genere di batteri gram-negativi aerobi. La legionella deve il nome all'epidemia acuta che nell'estate del 1976 colpì un gruppo di veterani della American Legion riuniti in un albergo di Philadelphia causando ben 34 morti su 221 contagiati (erano presenti oltre 4.000 veterani), con eziologia ignota a quel tempo; solo in seguito si scoprì che la malattia era stata causata da un batterio, denominato legionella, che fu isolato nel gennaio del 1977 nell'impianto di condizionamento dell'hotel dove i veterani avevano soggiornato[1].

"Legionellosi" è la definizione di tutte le forme morbose causate da batteri Gram-negativi aerobi del genere Legionella.

Il genere Legionella comprende 62 diverse specie (sottospecie incluse) e circa 70 sierogruppi . Non tutte le specie sono state associate a casi di malattia nell’uomo. Legionella pneumophila è la specie più frequentemente rilevata nei casi diagnosticati (Fields et al., 2002) ed è costituita da 16 sierogruppi di cui Legionella pneumophila sierogruppo 1, (responsabile dell’epidemia di Filadelfia), è causa del 95% delle infezioni in Europa e dell’85% nel mondo. Anche in Italia l’analisi della distribuzione di specie e sierogruppi isolati nel nostro territorio ha confermato la prevalenza di Legionella pneumophila e in particolare del sierogruppo 1 nei casi di malattia (Fontana et al., 2014). Fonte Wikipedia

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giovedì 24 novembre 2022

4.0 e protocollo monitoraggio legionella

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Il termine Industria 4.0 è la propensione dell'odierna automazione industriale ad inserire alcune nuove tecnologie produttive per migliorare le condizioni di lavoro, creare nuovi modelli di business, aumentare la produttività degli impianti e migliorare la qualità dei prodotti. Sul miglioramento delle condizioni di lavoro non vi è un sostanziale accordo tra gli studiosi. Per alcuni infatti il miglioramento delle condizioni di lavoro sarebbe solo una promessa, peraltro non inedita, che ogni trasformazione tecnico-organizzativa porta con sé. L'industria 4.0 prende il nome dall'iniziativa europea Industry 4.0, a sua volta ispirata ad un progetto del governo tedesco. Nello specifico la paternità del termine tedesco Industrie 4.0 viene attribuita a Henning KagermannWolf-Dieter Lukas e Wolfgang Wahlster che lo impiegarono per la prima volta in una comunicazione, tenuta alla Fiera di Hannover del 2011, in cui preannunciarono lo Zukunftsprojekt Industrie 4.0. Concretizzato alla fine del 2013, il progetto per l'industria del futuro Industrie 4.0 prevedeva investimenti su infrastrutture, scuole, sistemi energetici, enti di ricerca e aziende per ammodernare il sistema produttivo tedesco e riportare la manifattura tedesca ai vertici mondiali rendendola competitiva a livello globale. (fonte Wikipedia)

La Legionella pneumophila è un sottile batterio Gram-negativo pleomorficoflagellato del genere Legionella. La L. pneumophila è il principale agente patogeno di questo gruppo per l'uomo a cui provoca la legionellosi o malattia dei legionari, oppure può provocare una forma più leggera detta febbre di PontiacIl patogeno in natura fu isolato la prima volta nel 1976 a un incontro di anziani veterani della Legione Americana che si tenne a Philadelphia in Pennsylvania (da qui il nome legionellosi). L'infezione colpì oltre 200 persone con 34 morti. (fonte Wikipedia)

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